#14 Riflessi_oni
Letting Go
L’arte è una delle discipline che più di ogni altra ci insegna che, dove le parole non arrivano, lei è lì. Presente, silenziosa ma potente, pronta a tenderci una mano per aiutarci ad esprimere ciò che altrimenti resterebbe imprigionato dentro di noi.
È il mezzo attraverso cui possiamo trasformare l’attaccamento alla parola – che in certi momenti ci abbandona – in liberazione emotiva. L’arte come respiro dell’anima.
Come espressione del nostro Io più autentico, che prende forma attraverso colori, suoni, segni, gesti. Ogni tecnica artistica diventa una via per lasciar andare ciò che pesa e comunicare ciò che ancora non ha nome.
AR-TE è evoluzione dell’essere.
È dire: “Esisto, Sono, sento”, anche quando il linguaggio verbale non basta.
Perché, come scrisse Kandinsky, “Il colore è un mezzo per esercitare un'influenza diretta sull’anima.”
Mi sono chiesta cosa, in arte, potesse significare “lasciare andare”.
Letting Go. Un respiro guidato. Un tempo di ascolto. Un invito ad accogliere le emozioni così come sono, a far spazio, a fluire nella realtà.
In questo mese di maggio, ho incontrato una parola nuova che accompagna questo concetto:
Shikata ga nai – un’espressione giapponese che significa: “È così com’è. Non si può fare nulla. Le cose vanno così.”
Nel libro “Ti lascio andare” di Daniel Lumera, che vi consiglio di leggere, ho trovato questa frase:
“Kenji, nella vita ci sono cose che non possiamo controllare. Le cose finiscono, le persone cambiano, il tempo passa. Se ci ostiniamo a trattenere ciò che deve andare, soffriremo di più. Ma se impariamo a lasciar andare, come il ciliegio accetta la caduta dei suoi fiori, troveremo pace.”
Ma cosa c'entra tutto questo con l’arte?
Per me è chiaro: ogni emozione vissuta, ogni flusso interiore può trovare nell’arte uno specchio. Un ponte. Una via.
Monet dipingeva fiori di loto.
Nel suo giardino di Giverny, trasformò la sofferenza – la perdita della moglie, i dolori per la vista che si affievoliva – in bellezza. Se non avesse lasciato andare la paura e la tristezza, non avremmo oggi la possibilità di immergerci nella luce liquida delle sue ninfee, conservate in una meravigliosa ellittica immersiva all’Orangerie di Parigi.
Hokusai, che nella sua celebre Onda ci ricorda la forza della natura e la necessità di affrontarla.
La prima volta che ho osservato quell’opera, non mi ero accorta della barca. Piccola, fragile, eppure lì, al centro della tempesta. Un simbolo potente: non possiamo fermare l’onda, ma possiamo imparare a cavalcarla.
Infine, Kandinsky.Sinestetico, percepiva i colori come suoni e i suoni come immagini. Non oppose resistenza a quel flusso interiore, anzi: lo trasformò in sinfonie visive, in armonie che ancora oggi parlano al nostro spirito.
“La pittura è l’arte di far vibrare l’anima.” – Wassily Kandinsky
È un po’ come dire Let it be – lascia che sia.
Non può essere diversamente, ora (shikata ga nai), ma possiamo fluire nel nuovo sentiero che ci si apre davanti.
Oggi è il tempo dell’accoglienza.
Oggi è l’espressione che libera la sofferenza e innesca il percorso.
Anche nel dolore, si può trovare pace. Anche nella perdita, una nuova nascita.
Vorrei imparare a non arrendermi come Monet.
A essere attenta e minuziosa come Hokusai.
A sentire i colori e dipingere i suoni, come Kandinsky.
Perché la vita ha bisogno di essere vissuta così com’è, e non come vorremmo che fosse.
Soprattutto, vorrei imparare ad amarmi come sono.
Lasciare andare è l’atto d’amore più profondo verso sé stessi.
Ma se ciò che lasci andare è l’amore, allora è anche il gesto più coraggioso e rispettoso verso l’altro.
“Che tu possa essere felice nel fluire della tua vita.”
Io ci sto provando, E tu? Vuoi prendere AR-TE e lasciare andare?
#lettinggo #arteinteriore #lasciareandare #viaggiocreativo #arte #benessere #riflessioni #arteespiritualità