#13 Riflessi_oni

Il "NON", attraverso Arnaldo Pomodoro e Emilio Isgrò

Arnaldo Pomodoro (nato il 23 giugno 1926) – scultore e orafo italiano.
Emilio Isgrò (nato il 6 ottobre 1937) – scrittore, poeta e artista poliedrico italiano.

Si presentano così. Nella loro vita hanno percorso una strada personale e intensa, alla ricerca del loro essere uomini, trovandosi ad essere, quasi inevitabilmente, artisti. E in questa condizione ci hanno lasciato opere e pensieri capaci di parlare anche a noi.

Le opere di Arnaldo Pomodoro – le sue celebri sfere – sono forme magiche in cui il pieno si apre al vuoto, un vuoto che diventa interno, essenziale, generativo. Sono costruzione e trasformazione. È dal dentro che nasce ciò che osserviamo fuori. Labirinti e fenditure tracciano confini, ma anche percorsi, strade da esplorare.

La sua è una ricerca continua, sviluppata nel tempo. Dai pieni e dai vuoti emergono riflessioni profonde: strade che si interrogano, che ci parlano di ciò che siamo.
È la “negazione della forma” che guida questo processo. Siamo negli anni ’60, nel pieno fermento culturale americano. Pomodoro studia a Stanford e Berkeley, università della West Coast dove nascono movimenti di protesta e fenomeni di controcultura.
Da lì, riporta nel suo lavoro l’eco del minimalismo: un’estetica che sottrae, che affina, che scava. Ma le sue sfere, lavorate in acciaio lucido, raccontano un’idea potente di equilibrio tra l’interno e l’esterno. La materia diventa pensiero.

La parola di Emilio Isgrò, invece, ci accompagna nella letteratura trasformandosi essa stessa in arte. Le sue celebri cancellature non sono un atto di rimozione, ma di evidenziazione. Cancellare non è nascondere: è far risplendere ciò che davvero conta. È un gesto che illumina, che dà forma e luce a quello che, altrimenti, rischierebbe di perdersi nel rumore.
Cancellare per far emergere. Meraviglioso.

Ecco perché mi sono lasciata “traghettare” da questi due artisti. Entrambi, con linguaggi differenti, ci invitano a comprendere che la negazione non è mai da sottovalutare. Al contrario, può essere lo strumento più potente per far emergere risposte importanti e accendere nuove riflessioni.

NON SONO o SONO.
Un po’ come dire: Essere o non essere.

Nel tempo, se ripeti sempre gli stessi schemi, rischi di perdere di vista la radice del tuo malessere. Se i tuoi “NON” diventano troppi e saturano la tua vita, forse è proprio lì che devi guardare. È in quel “NON” che si cela la chiave del cambiamento. È da lì che può nascere la comprensione.

E se riesci ad accettarlo, a osservarlo, a non emarginarlo, scoprirai che il “NON” può restituire luce al tuo essere. Non è semplice, non è immediato, ma se provi a toglierlo… restano solo parole piene, parole che nutrono la tua esistenza.

SONO.
SO ESPRIMERE.
CONOSCO.
HO UN LAVORO.
HO SOLDI A SUFFICIENZA.
MI SENTO AMATA.

Queste sono le parole che oggi voglio scrivere nel mio libro della vita.

Grazie ad Arnaldo Pomodoro, che mi ha portato dentro le sue sfere per restituirmi la bellezza che nasce dal pieno e si espande all’esterno.
E grazie a Emilio Isgrò, perché cancellando quel “NON” ha fatto brillare parole che ora sento mie, forti, essenziali.

E tu? Quali Artisti o Esperienze Artistiche ti hanno accompagnato nelle riflessioni più profonde della tua vita?

Sabrina Murgia